Può suonare inverosimile ma a volte si crea uno strano e inconfessabile legame, un seminascosto attaccamento al dolore, alle nostre resistenze e paure, alle nostre corazze e ferite.
E siamo così abituati/e a conviverci che diventa per noi la normalità tenercele strette, senza mai mollare la presa, senza abbassare la guardia, senza riuscire a trovare il coraggio di lasciarle andare per davvero.
Le conosciamo così bene da legittimare il loro lavoro invisibile, la loro fame, la loro urgenza, spesso trovando espedienti che le nascondano ben bene, persino ai nostri occhi, o che sappiano nutrire l’illusione di star facendo qualcosa di utile per sgomberare lo spazio che occupano.
È cosi che rinsaldi quel legame, che le nutri e le alimenti, fino a quando non diventano tutto quello che senti, tutto quello che attrai, tutto quello che vuoi o che pensi di meritare.
È cosi che leghi al guinzaglio il corpo, il desiderio, la passione, confinandoli nell’angolino dei “vorrei ma non posso” o del “non ho abbastanza tempo”.
Un circolo vizioso, dagli ingranaggi perfetti, così perfetti perché sei tu a manovrarli, perché nessuno ti conosce meglio di te e nessuno saprebbe sabotarti in modo più impeccabile.
Restituirti il tuo potere è una scelta.
Riprenderti la responsabilità del cambiamento è un vero atto di coraggio.
Recidere quel legame che innalza muri e ti circonda di spine, è un’audace e radicale atto di amore.
Spezzare il tuo incantesimo è una rivoluzione, perché ti strappi all’ombra con una consapevolezza ardente, perché ti offri la scelta di far prevalere il piacere, di ascoltare la vita dentro di te e liberarne i battiti più disordinati e selvaggi.
Chandani Alesiani
Photo Credit: Giui