In un modo o nell’altro, quello che di solito è il Solstizio d’Inverno ad insegnarti, lo hai già appreso durante l’anno.
Hai raschiato il fondo del tuo calderone e del silenzio fino a scovarne tutti i tesori.
Hai nascosto sotto la pelle i desideri, per paura che pronunciarli ad alta voce te li avrebbe portati via, per poi agirli d’istinto e realizzarli senza trovare più scuse.
Hai imparato ad arrenderti e a confrontarti con quello che sceglie di andarsene per poi comprendere il valore di quello che resta.
Hai imparato a chiudere gli occhi e ad ascoltare il vento, a riscoprire gli odori che ti portano lontano e le parole che accorciano le distanze.
Hai aperto le porte all’inaspettato e gettato il cuore oltre il muro, tirando fuori qualcosa che neanche sapevi di avere dentro.
Ti sei messa/o a guardia del tuo corpo, reclamando il piacere di sentirti e la saggezza di scegliere cosa fosse più giusto per te.
Hai serrato porte e finestre per poi spalancarle tutte un attimo dopo, liberandoti di qualunque cosa ti rubasse l’ossigeno.
Hai conosciuto il disincanto e la meraviglia, quasi nello stesso respiro.
Hai ricordato come amarti e cosa voglia dire esserci, come non sprecare mai il tempo e come lasciarti lo spazio per viverti attraverso le tue metamorfosi.
Hai scoperto quanto fa male rimettere le mani in tasca quando vorrebbero allungarsi per cercare un abbraccio ma anche quanto fa bene dirsi le cose che credevi scontate o non necessarie.
E poi sei morta/o e rinata/o chissà quante volte, così tante volte che fai fatica a pensare che sia trascorso solo un anno o una sola vita.
Ma è stato proprio questo che ti ha spinto più dentro e anche più lontano.
Chandani Alesiani