Lo ammetto…non amo pianificare.
Ne riconosco l’utilità, in alcune cose, e a volte cerco di mettermici di impegno per renderlo possibile ma non mi viene naturale e c’è sempre una parte di me che si ribella strenuamente e oppone resistenza quando viene a mancare lo spazio per l’ispirazione e la creatività.
Forse perché per me è vitale avere una piena libertà di movimento, di stravolgere tutto fino all’ultimo instante, per assecondare un impulso, un’intuizione, un desiderio nascente.
Qualcuno potrebbe facilmente leggervi un segno di incostanza ma per me è fedeltà al presente e se questo periodo mi ha insegnato qualcosa è stato proprio quello di onorare ciò che c’è, anche se ha il sapore di una rivoluzione, di mettere in circolo il sentire anche quando muove il corpo in direzioni inaspettate, di arrendermi al flusso anche quando finisce per bagnare tutti i fogli dell’agenda.
Molto di quello che ho creato è arrivato all’improvviso, quando avevo altre idee per la testa e anche il percorso di “Embody your Enchantress” è una creatura dell’imprevedibile, un pieno di magia e turbolenza, di quelli che ti colgono di sorpresa e ti entrano dentro nel tempo di un respiro.
Ma nulla sarebbe stato lo stesso se non mi fossi fermata ad ascoltare quella voce di folgore, se non avessi assaporato la selvaggia saggezza che risiedeva in quella molecola di caos danzante.
Dell’Incantatrice io mi sono innamorata.
Mi ha lasciata stordita, ipnotizzata, piena, consapevole.
É stata la dichiarazione d’amore più autentica che potessi farmi.
É stata l’iniziazione più potente che potessi offrirmi.
E lo è stata a tal punto che adesso non posso fare altro che condividerla con te e guidarti ad intraprendere lo stesso viaggio.
Ti va di venire?
Foto e testo di Chandani Alesiani
Illustrazione di Elena Albanese