Il corpo che diventa “una materia prima”, un palcoscenico sensoriale dove l’arte si unisce alla vita e la vita all’arte, dove la carnalità diventa un rito magico, strumento di ricerca e chiave di rivelazione delle danze a spirale dell’anima, diventa una dimensione dove vedere dal vivo il sentire, dove svegliare il ferino, toccare il sacro, raccontare quello che non si può dire o che non vuole essere trovato dalle parole.
Sin dai tempi del teatro trovavo affascinante poter esplorare i limiti e le potenzialità del corpo.
Desideravo varcarne i confini e scovarne i segreti, squarciare la paura di esserci dentro, rompere la sensazione di viverlo come una gabbia, infrangere il silenzio al quale lo avevo abituato.
Ti è mai successo qualcosa di simile?
Allora sai di cosa sto parlando…
Il teatro è stato per me motivo di riscatto, catarsi, guarigione, un atto creativo che aveva il sapore di qualcosa di intimo, da percepire occultamente ma da agire in modo autentico e sfacciato, davanti agli occhi delle stesse persone che non volevo mi vedessero.
E, quasi senza accorgermene, nell’interpretare altri personaggi ho finito per trovarmi io, per comprendere quanto valesse quella parola, quella libertà data al corpo, data ad un linguaggio che si esprime per sensazioni, per emozioni, per respiri, gesti e movimenti.
Se guardassi ora alla donna che ero, forse farei anche un pò fatica a riconoscermi ma qualcosa è rimasto di quegli anni: la spinta all’espressione, la fame di una prorompente corporeità, l’estasi di una danza che si rinnova, l’inarrestabile ricerca della mia voce, il desiderio di conoscere e conoscermi attraverso le mie tante metamorfosi.
Ad oggi la lotta ha lasciato il posto all’accettazione, la rabbia alla curiosità, il risentimento al perdono, la paura al desiderio.
Ad oggi c’è posto per l’amore, per il piacere, per l’intensità di vivere a stretto contatto con quello che accade dentro e che vuole esplodere fuori.
Conosco bene i conflitti armati, gli specchi rotti e gli implacabili giudizi a cui puoi sottoporre il corpo ma conosco anche la meraviglia, la potenza, la bellezza di cui è capace se lo ascolti quando ti chiede di restare.
E non sarei qui a parlarti di questo se non credessi in una rinascita nel corpo, in un risveglio che non ti invita a liberartene ma ad accettarlo profondamente.
Perché NON PUOI LIBERARTI DI QUALCOSA CHE NON ACCETTI e nel momento in cui l’accetti, non hai più bisogno di liberartene!
Chandani Alesiani
Photo by Giui