Ci sono estati che sono come un fiore di papavero.
Che sono fonte di sogno ma anche di oblio.
Che si vestono di un rosso vivo ma che, in un istante, possono preannunciare misteriose discese.
Non di quelle sfidanti ma di quelle che ti fanno chiudere gli occhi, aprire le mani, respirare a pieni polmoni, allentare le corde, ballare al vento.
Che ti fanno fare un passo indietro per non lasciare la vita passare in fretta e senza che tu te ne accorga.
Quelle che hanno tante canzoni dentro ma che non hai voglia di condividere.
Che spengono tutte le parole in vista di un silenzio che è necessario.
Quelle dove ti sembra di essere in fuga, in fuga da tutto il resto ma non da te.
Quelle che ti insegnano a perdere.
Forse anche a perderti.
Ma che ti spingono ad esserci.
A prenderti cura di cosa finisce e di cosa inizia, di cosa c’è e di cosa non si può ripetere.
Quelle che si ribellano al bisogno di un schermo.
Di una rete che rischia di imbrigliarti.
Quelle che non solo sanno di estate ma che sanno di quello di cui hai più bisogno.
Chandani Alesiani
Photo by Giui