Esiste questa credenza per cui quello che ti tenta sia il male in terra e sia da evitare, con tutte le forze possibili, per non vedere la propria “casa bruciare”.
Ma è davvero così?
D’altronde a tentarci non è mai qualcosa che non ci riguarda, che è estraneo e fuori di noi.
Semmai è qualcosa che è sempre stato lì, acquattato e lasciato a ribollire negli abissi, che all’improvviso trova uno specchio e il coraggio di farsi trovare, senza maschere.
Un impulso selvatico che fa vacillare la volontà di obbedire a regole oramai stantie.
Che può annerire, in un attimo, quello che ci ostiniamo a ripulire di nascosto.
Che crea confusione dove la perfezione diventa un comando innaturale.
E taglia il filo dove si aggroviglia attorno al corpo, spegnendone le incandescenze.
Più che di puntare il dito, dove incalza quel richiamo c’è un urgenza di ascolto.
C’è una voce che si staglia dal fondo e sveglia le sensazioni che mancano.
Un segreto che è stanco di trattenersi e vuole esordire con un “tana libera tutti!”
Un godimento che desidera toccare terra e allargare le sue radici.
E un gesto di disobbedienza che ritrova il sapore delle tue sacralità.
Se è anche una materia incandescente, nulla ci priva della possibilità di spingerci gli occhi e le mani.
Di sentire cosa, da lì, ha fame di pronunciarsi e infrangersi.
Cosa pretende attenzione e nutrimento.
Dove i tuoi divieti sono catene messe alla tua espressione e ad un pulsare che cerca fuoco, spazio e movimento e ti rimette, nella bocca, la verità di chi sei e di cosa vuoi.
Non credi, forse, che non esisterebbe tentazione, se vivessimo in un modo che davvero ci appartiene e onora la nostra essenza originaria?
Che corrisponde ai nostri bisogni e non tende continue imboscate ai desideri più autentici?
Non credi che neanche avremmo bisogno di parlare di tentazione, che la chiameremmo in modo diverso o acquisirebbe tutto un altro significato, se riconoscessimo quell’invito come un segno caldo di una vita che bussa alla nostra porta, per seminare risvegli, scatenare trasformazioni, aprire direzioni e mordere nuove consapevolezze?
Chandani Alesiani – Il Tempio della Sibilla
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