Scegliere di assecondare i tuoi risvegli, a partire dal corpo, ha sempre l’effetto, prima o poi, di scoperchiare il tuo Vaso di Pandora, sprigionando cosa custodisci sotterraneamente e persino inconsapevolmente.
Ed è cosi che inizi a sfogliare il corpo come le pagine di un libro.
A togliere i vestiti a tutto quello che ti abita e a toccare, con mano, la realtà di ciò che ti limita.
Dipani, dalla pelle, gli intrecci della sua storia.
Cammini sui luoghi che hanno perso potere.
Danzi sulle parti di te che hanno smesso di far rumore.
Fai irruzione nel godimento che hai staccato dall’amore.
Ti accorgi del peso della vergogna.
Della pressione che esercita la paura.
Delle resistenze che ti fanno temere il dolore, per poi stringertelo addosso.
Delle forme che il senso di colpa può adottare, per poi restare al tuo fianco.
Ti accorgi di come è stato addomesticato il sentire.
Dei punti dove si inceppa l’espressione.
Di cosa ti prende a morsi con la scusa del dovere, tiene in ostaggio ogni forma di piacere e tratta la tua natura erotica come la peggiore delle puttane.
Poco alla volta tutto si rivela…
Le voci che sono diventati imperativi.
Le parole che sono diventate comandi.
I ricordi che sono diventati legamenti.
Le sensazioni che hanno formulato sortilegi.
Gli strappi che hanno richiamato inibizioni.
Si può essere facilmente tentati a maledire quel momento ma senza quel momento non esisterebbe riscrittura, liberazione, catarsi.
Non potresti ripassare sulle labbra l’essenza della tua verità o assaporare la sacralità di appartenerti.
Non potresti trovare il coraggio di vederti o traboccare nel desiderio di essere pienamente chi sei.
Non potresti incontrarti nella fame di tirarti fuori, manifestarti e portarti nel mondo e poi bruciare della passione e della fierezza di esserti finalmente riconquistata/o.
E tu cosa desideri liberare dal fondo del tuo scrigno di Pandora o cosa, da lì, hai avuto la fortuna di ricontattare?
Chandani Alesiani ~ Il Tempio della Sibilla
Photo by @giui.it
Art Credit: John William Waterhouse