Non ci insegnano mai ad abitare la magia degli spazi liminali, a riconoscere l’importanza di portarci ai bordi e di restarci quel tanto che basta per riceverne gli oracoli.
Nell’ultima sessione con una cliente, però, tracciare quel confine, quella membrana animica, e poi annusarla, accarezzarla e danzarci sopra, è stato il punto che l’ha vista riscaldarsi nel suo antico potere.
Lì ha sentito sciogliersi le scosse dolorose del passato.
Il presente si è fatto strada, con passi svelti e fieri.
E quell’iniziale nodo è stato dipanato da un respiro profondo che ne ha tirato tutti i fili liberi.
Lì tutto il piacere che sembrava essersi ritirato dal corpo, l’ha corteggiata di nuovo.
E ogni tempo e memoria ha ripreso a coesistere, senza armarsi, rinfocolando la volontà e rimettendo al centro la scelta.
Perché in quella Terra di Confine tu puoi rimettere il tuo confine, puoi diventarlo.
Puoi osare nuove forme che ti rassomiglino.
Lasciarti in un flusso amniotico che fa di te pura acqua di sorgente.
Puoi confidare in una visione più ampia che non chiude nulla fuori.
E ritrovarti nel mezzo di una moltitudine di possibilità e forze che ti stanno cercando.
Quel luogo tra i mondi è stato, così, per lei l’inizio di un abbraccio, di un abbandono cosciente, di una riscrittura vivida.
Una rappresentazione sacra di ciò che il piacere è stato e di ciò che può diventare adesso.
Di cosa fa il piacere quando riacquista la sua leggerezza.
Quando ricapitola le sue gabbie, per scegliere dove e come aprirle tutte.
Chandani Alesiani ~ il Tempio della Sibilla
Photo by @lorenzadapra