Abitarsi ha un che di rituale.
É una rappresentazione sacra, di ciò che per te è sacro, di ciò che è tornato a diventarlo.
Quello che restava fuori dalla scena, si sposta al centro.
Quello che si acquattava nel dietro le quinte, esce allo scoperto.
Quello che riecheggiava dai veli, si incolla alla pelle.
Quello che sembrava allungarsi come ombra, assapora la luce calda di un “riflettore”.
E tu torni ad essere protagonista di una storia che hai la fierezza di raccontare o il potere di riscrivere.
Il tuo mistero si riveste di carne.
La voce supera le labbra e si fa piena.
I sensi sono anima.
Il movimento è evocante.
La tua furia creatrice si inarca fino alle stelle.
Si accende la musica del desiderio.
Si fa teatro di moltitudini il corpo.
Ribollono gli abissi e le altezze della bellezza.
Incandescente è la libertà che indossi.
Lucido è lo specchio della verità che pronunci.
Finalmente ti senti.
Ti vedi!
E appena si solleva il “sipario”, scaturisce un piacere altrettanto profondo anche nel lasciarti vedere.
Così come sei.
Per quello che sei.
In tutto quello che hai ri~scoperto di essere!
Chandani Alesiani ~ Il Tempio della Sibilla
Photo Credit: Giusi Borrasi