E poi il buio passa il testimone al gelo.
Un gelo che è dimora del sogno, del desiderio.
Ma anche del silenzio, del vuoto e la stasi.
E forse è per questo che rende insicuri i nostri passi.
Perché è la cosa più vicina alla “morte”.
Perché lo percepiamo come una sconfitta al movimento della vita, come una crepa che si allarga all’improvviso nel ritmo conosciuto del quotidiano o una discesa in uno spazio ignoto e scomodo che ci rende orfani del nostro senso di utilità.
Questo freddo, però, non fa alcun torto all’anima.
É un’invisibilità che governa la ruota del tempo, che comunica con noi da un fondo ancestrale, che “rappresenta il mistero che ci mancava” di integrare e il modo con cui quello stesso mistero dimostra il suo amore.
Questo freddo porta tutto all’osso e le ossa le lascia parlare.
É una Dama Bianca che fissa lo sguardo sull’essenziale.
Uno specchio lucido, destinato a durare.
Un respiro sospeso, che custodisce i segreti di un altro fuoco da ravvivare.
È l’invito a fermare il tuo mondo, per ritrovarlo dove e come non avresti pensato di fare.
Che dici, allora, se prendiamo insieme una tazza di caffè, senza proferire parola, gustandoci per un momento l’assenza di tutto ma non di noi?
©️Chandani Alesiani ~ Il Tempio della Sibilla
📸 by @lorenzadapra