Ecco perché la figura della Menade è una figura così sfidante, ingombrante ed eretica, agli occhi del patriarcato, ma anche essenziale e preziosa nella vita di una donna.
La menade mette a nudo quello che si vorrebbe invisibile, libera quello che si vorrebbe intrappolato, infrange quello che si vorrebbe perfetto, rompe quello che si vorrebbe intatto, rende selvaggio quello che si vorrebbe domabile, scatena quello che si vorrebbe sotto controllo, restituisce voce a quello che si vorrebbe ridurre al silenzio.
Lei brucia della passione che si vorrebbe estinguere, del desiderio che si vorrebbe reprimere.
Incarna l’estasi che si vorrebbe sacrificare e la forza dirompente del caos dal quale si vorrebbe scappare.
E lo fa per preservare quello che la fa restare integra, vera, autentica, creativa, fertile.
Lo fa perché vuole bruciare, vuole ardere.
Perché ha un culto atavico per la vita.
Perché serve il piacere e l’amore. Perché è la sua libertà a portarle la pienezza ed è la sua resa a trasportarla nel meraviglioso, nel cuore del sacro.
Lo fa perché è nata selvaggia e tale vuole restare!
Tu riesci a permetterti di fare lo stesso?
Chandani Alesiani
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