Non sei fatta/o per piacere a tutti.
Questa è la verità.
Sei un essere umano che, come tale, ha le sue imperfezioni, sbavature, unicità, talenti e sfide, luci ed ombre, bisogni e desideri, priorità e confini e il modo in cui ciascuno si relaziona, risponde o reagisce a quello che vede di te o riflesso in te è qualcosa di prettamente personale, nel quale non hai potere o controllo e per il quale non puoi avere sempre tu la responsabilità.
Non è possibile sperimentare una perfetta risonanza, una particolare sinergia, una forte complicità o compatibilità con chiunque.
Eppure, in un modo o nell’altro, pretendi di piacere a quante più persone possibili e di tenertele strette e, nonostante sia assurdo pensare che tu possa scendere a compromessi o arrivare a cambiarti, per essere quello che gli altri vogliono che tu sia, che si aspettano che tu sia, che hanno bisogno che tu sia, ti ritrovi spesso lì a forzare, mascherare, a morderti la lingua, ad aggiustare il tiro, a sposare fuffe e finte, per ottenere un maggior margine di consenso e accettazione.
Più lavori su di te, però, e più ti accorgi di quali siano i reali freni alla tua libertà, di quanto sia stratificata e radicata la tua ferita ( perché si, parte tutto da lì), di come ti uncini, di quanto sia facile rimanere incastrati nello stesso punto e di come tu finisca spesso per muoverti spinta/o dalla fame, dall’urgenza, dal bisogno di riconoscimento, di essere vista/o, ascoltata/o, di sentire che sei abbastanza e che vali.
E magari tu sei la prima/il primo che non lo fai con te ma, per quanto fai fatica ad ammetterlo, lo cerchi, lo desideri, te lo aspetti dagli altri, fai il diavolo a quattro per conquistartelo e, appena manca quel nutrimento, apriti cielooooo!
Curioso eh?
Il terrore di essere abbandonate/i, di essere messe/i da parte, di non essere importanti per gli altri ci porta a trovare mille strade e strategie per comprare l’approvazione e l’amore, per esaltare la nostra visibilità, per aggiudicarci il podio, per assicurarci il centro del sipario, facendo di ogni cosa un abito di scena o scegliendo mezzucci più sottili, nascosti e subdoli. Lo facciamo in così tanti modi e a più livelli, che è diventato un automatismo, un’abitudine che, poco alla volta, richiede sempre meno la tua presenza e ancor meno la tua consapevolezza.
E fin troppe volte neanche ti accorgi che sei tu la prima/il primo ad abbandonarti, a metterti da parte, ad immolarti su questo stupido altare e a nutrire quella stessa ferita che cerchi di guarire.
Ma credi davvero che ne valga la pena?
Per quanto ancora andrà avanti?
Smettila di cercare di piacere a tutti.
Smettila di volerlo a tutti i costi.
Inizia a piacerti tu.
Comincia a vederti.
Chandani Alesiani
Photo Credit: Giui