Che cos’è davvero il furore?
Perché spaventa tanto?
E perché è diventato un terribile spauracchio da cui scappare, senza possibilità di ritorno?
Il furore è, per sua natura, incandescenza.
É un’eruzione, un impeto di incontenibile entusiasmo, una tempesta dei sensi, un innalzarsi della Shakti che chiama il risveglio nel corpo, che ne esalta le espressioni, che ne incalza i ritmi e i battiti, che ne espande i confini e i limiti, che ne eccita i fragori e le ebbrezze.
É una corrente di scuotimento che apre la pelle, che espone il cuore al rapimento, che del fuoco può portare le luci o le ombre, la vita o la morte, la medicina o il veleno, la creazione o la distruzione, la rabbia o la passione, la brutalità o l’estasi.
Cosa ci sarebbe di male in tutto questo?
Ma forse ti verrebbe più spontaneo chiedermi: Cosa ci sarebbe di buono in tutto questo?
Non ti racconto la storiella che si tratti di un’energia “facile” perché non lo è e perché richiede presenza, consapevolezza, oltre ad una costante caccia alle ombre.
Ma, allo stesso modo, non aspettarti di trovare in me una persona che rifiuta e mostrifica il furore, debellandolo dalle espressioni che appartengono alla natura umana, ancor di più di una donna.
La verità, per quanto scomoda, è che siamo così abituati/e all’aspetto materno, prevedibile, accogliente, morbido, a tratti compiacente del femminile che il furore non può essere contemplato, perché specchio di tutto quello che più si teme: un’energia elettrica, caotica, incontrollata e incontrollabile, a volte ferina, potenzialmente feroce oppure selvaggiamente erotica e apertamente sessuale.
Eppure imparare a canalizzarla e lavorarci, in sicurezza e ascolto, non soltanto ti permette di riscoprirne il senso più profondo ma anche di riconoscerla come un sacro strumento di empowerment, di guarigione, catarsi, liberazione, di radicale risveglio e intensa manifestazione.
Non è un caso che il furore appartenga all’Amazzone, alla Menade, e contraddistingua divinità come Sekhmet, Kali, Medusa, Lilith e tante altre. Ed è inutile dirti che questo aspetto è stato determinante nel demonizzarle, così come nel deformare e occultare questa espressione del potere femminile che, ancora oggi, facciamo fatica a re-integrare.
Ma credo fermamente che sia possibile trasformare la relazione con questa “signora di fuoco” e, anzi, esplorarla coscientemente per farne un’alleata, una complice, per guida per girare la chiave e scegliere la libertà di com~prendere tutte le sfaccettature della tua essenza femminile.
E tu da che parte stai?
Ti affascina e richiama o preferisci tenerti a distanza di sicurezza dalla possibilità di scatenare e incarnare il tuo furore?
Chandani Alesiani
Photo by Giui