“Non voglio cacciare i miei demoni perché temo che se ne andrebbero anche i miei angeli”. Rilke
Cosa ci spinge a demonizzare o demonizzarci negli aspetti che evocano le nostre separazioni?
A rivoltarci contro qualcosa che è fatto di noi, della nostra stessa materia?
A tenerci stretta quella punta di veleno piuttosto che estrarre da essa “ i semi nascosti del fuoco” e della rivelazione?
Spaventa così tanto accogliersi nei lati scomodi e amarsi negli spigoli? Perdonarsi negli sbagli e lasciarsi nell’imperfezione?
Riesumare gli occultamenti e le parti che sono state costrette all’eclissi?
Infilare le dita tra le bruciature, per scoprire come guarirle?
Spaventa così tanto guardare negli occhi i tuoi demoni e scoprire che forse sei tu a possedere loro?
Che i mostri smettono di essere tali, quando non ti nascondi più a quello che ti “mostrano”?
Che le ombre non sono solo un corteo di spine ma anime complici per conoscerti a fondo e redimere le parti di te che hai tenuto ai margini?
Ogni forma di demonizzazione tradisce la paura e si traduce in un sovvertire e dissacrare il significato delle cose, disumanizzandole ed alienandole.
É una caccia spietata al diverso, al selvaggio, all’indomabile, al notturno, all’erotico, allo spettro delle tue alterità e unicità.
Una caccia a quegli aspetti che vibrano di energie primordiali e autentiche, che svegliano la libertà di sentire e sviluppano la voce delle tue sacralità, che rincorrono le profondità dell’anima e desiderano un corpo incandescente che non rinuncia ai suoi luoghi di potere.
É un inquisire tutto ciò che non rispetta i tabù, le credenze, le convenzioni, che non obbedisce ad ordini e canoni prestabiliti ma ha l’ardire di scucire gli orli e aprire le gabbie, affermando il suo diritto di esserci ed esprimersi.
Cosa si ottiene, allora, demonizzando?
Perché aprire crateri e sigillare gli spazi che ospitano le tue trasformazioni? Perché nutrire un’interna frammentazione che, a poco a poco, succhia tutta la tua energia vitale?
Perché non scegliere di AMARSI piuttosto che ARMARSI?
© Chandani Alesiani ~ il Tempio della Sibilla
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