“L’erotico è una misura tra l’inizio del nostro senso di sé e il caos dei nostri sentimenti più forti.
È un senso interiore di soddisfazione al quale, una volta che l’abbiamo sperimentato, sappiamo di poter aspirare.
E una volta che abbiamo sperimentato la pienezza di questa profondità di sentire, riconoscendo la sua forza, per onore e rispetto di noi stesse non possiamo pretendere niente di meno per noi.…
Poiché l’erotico non è solo questione di che cosa facciamo, ma anche di quanto siamo in grado di sentire intensamente e pienamente nel farlo.
Se sappiamo quanto siamo capaci di percepire quel senso di soddisfazione e completamento, saremo poi in grado di capire quali dei nostri sforzi vitali ci portano più vicine a quella pienezza.…
L’erotico è la nutrice di tutta la nostra più profonda conoscenza.
É la sottolineatura aperta e senza paura della nostra capacità di gioia.
É una misura della gioia che so di poter sentire, un promemoria della mia capacità di sentire.
E quella profonda e insostituibile conoscenza della mia capacità di gioia mi porta ad esigere che tutta la mia vita venga vissuta nella consapevolezza che questa soddisfazione è possibile.
Questa è una delle ragioni per cui l’erotico è così temuto e così spesso relegato.
Perché una volta che cominciamo a sentire profondamente tutti gli aspetti delle nostre vite, cominciamo ad esigere di sentirci, e che le nostre occupazioni vitali ci facciano sentire, in sintonia con quella gioia di cui sappiamo essere capaci.
La nostra consapevolezza erotica ci potenzia e diventa una lente attraverso la quale scrutiamo tutti gli aspetti della nostra esistenza; e ci obbliga a valutare questi aspetti onestamente, nei termini del loro significato nelle nostre vite.
Non ci permette di accontentarci di ciò che è conveniente, scadente, di accettare l’aspettativa convenzionale, la semplice sicurezza.
Se cominciamo a vivere da dentro a fuori, in contatto con il potere dell’erotico in noi, permettendo a questo potere di ispirare e di illuminare le nostre azioni nel mondo intorno a noi, allora cominciamo ad essere responsabili di noi stesse nel senso più profondo!”
Audre Lorde
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