Cosa c’è di male nell’infangarsi?
Nell’essere in-fangata?
Eppure nel tempo si è attribuito a tutto questo una connotazione unicamente dispregiativa, tagliando di netto quel legame viscerale con le profondità scure, nigre e terrigne della natura e della nostra natura e con quel piacere che, sulla pelle, è segno di appartenenza e potere.
Infangarti è farti creatura primordiale e “cantrice di misteri”.
Farti più intima alla terra del corpo e alla terra della Madre.
Allearti alle sue correnti sotterranee.
Esercitare la Vista nel buio.
Familiarizzare con l’Arcano e prestare la tua voce al suo canto.
Affondare le radici nella saggezza delle Antenate.
É scoprirti Vergine Nera.
Danzare l’anima dei tuoi antri, senza paura di sporcarti.
Nutrire, dallo spazio del grembo, semi ed intenti.
Bere, dalla fonte, il succo vitale della melagrana.
Trovare i passaggi che conducono alle porte dell’estasi
E salvare la consistenza di un amore che, di te, abbraccia e desidera tutto!
Ammetto che a volte anche a me capita di chiedermi se tutto questo è troppo ma, alla fine, è ciò in cui credo, che amo condividere ed è dove voglio portarti, ancor di più in questa stagione dell’anno.
E a te che effetto fa leggere queste parole?
Possono servire per riscattare il valore dell’in~fangarti?
© Chandani Alesiani ~ il Tempio della Sibilla
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