Se mi chiedessi di cosa è fatto l’amore, ti direi che ha la forma di questi crinali di montagna, di queste curve femminee e sibilline, baciate dal sole appena arriva l’ora del tramonto.
Ti direi di far scivolare le dita tra le crepe, per sentirle parlare di zoccoli e danze sfrenate, di tamburelli evocanti e ritmi di fuoco, di riti segreti e iniziazioni di potere, di crocicchi e comunanze magiche che radunano il sacro nel vento e lo chiamano nel corpo con il suo nome più antico.
Ti direi di prestare l’anima a questa natura che si ammanta di nebbie e di veli e custodisce il mistero tra i seni delle sue grotte e le intimità delle sue rocce.
Una natura che è Madre, Amante, Crona e tutto il resto che è nel mezzo e al confine.
Che ti incanta e ti incarna, ti arresta e ti muove, ti spinge dentro e poi ti fa spiccare il volo, ti insegna a vedere e poi ti raggiunge quando hai gli occhi chiusi, per aprirli sull’invisibile.
Ma ti direi anche che tanto non si può raccontare ma soltanto sentire… e quel pezzo è il più importante. Lo stesso che ti fa dire questa per me è casa, qui io potrei mettere radici perché so che, qui, le mie radici non smetterebbero mai di danzare.
Ricomincio da qui…con uno scatto che di me racconta quello che pochi conoscono e ferma, nel tempo, un senso di appartenenza che rischiara visioni ed intenti e mi ricorda dove andare, prima di scegliere da cosa farmi abitare.
E tu hai un luogo al quale tornare, che per te significa moltissimo?
Ti leggo
Chandani Alesiani ~il Tempio della Sibilla
Photo by Giui