Quando inizio un percorso individuale spesso chiedo di scegliere le parole chiave che possano esprimere il tuo intento.
Nel momento in cui Ludovica ha pronunciato “Amore e Guerra” ho tremato, insieme a lei.
Non me l’aspettavo ma, forse, non aspettavo altro!
Perché ricostruire quel ponte, ancor di più in una donna, sa davvero di rivoluzione ( o dovrei dire Ri~LOV~uzione!).
La parola “guerra” suona sempre come avversa.
Ci viene naturale temerla, soffocarne le sferzate, chiuderla dentro le nostre stanze come l’ospite più sgradito e con il quale mai condividere la compagnia.
Eppure c’è una guerra che è un’altro volto dell’amore.
Che agisce in suo nome e solleva la sua voce.
Una guerra che, dell’amore, sa mostrarti uno spirito diverso, un diverso volto, un diverso ardore.
Una pulsione primaria, fatta di eros e tempesta, che attraversa il tuo mondo nel fuoco, per attaccarsi alla vita.
Uno sguardo fisso e fiero che tradisce il senso più alto di giustizia.
Uno slancio indomito che rappresenta cosa per te è più sacro.
Una freccia scoccata che dirige la passione di una ritrovata alleanza con i tuoi confini.
Un ruggito animalico che si riattacca, alla pelle, il potere del No e lo esercita senza violenza.
Una tale guerra non può essere separata dall’amore o ne farebbe un fragile capolavoro.
Anzi, spesso una tale guerra ci insegna a fare l’amore.
Come ci insegna ad agire un amore che rivela in cosa sappiamo fare (e farci) la guerra, inutilmente, così da dispiegarne le forze segrete in tutt’altra direzione.
Una direzione che riconquista il piacere di coinvolgere l’anima intera, nel modo piú acceso e viscerale.
©️Chandani Alesiani ~ Il Tempio della Sibilla
📸 by @lorenzadapra